Disturbo da attacchi di panico (DAP)
L’attacco di panico corrisponde ad una complessa reazione mente/corpo davanti al vivere l’esperienza o la minaccia improvvisa di un pericolo imminente.
Il fattore principalmente legato alla sindrome da attacchi di panico è quindi la grave sensazione interna di paura.
La reazione di paura o panico
La paura di per sé è un’esperienza negativa della mente, si mette in relazione con una reazione neurovegetativa del sistema nervoso e prevede l’attivazione sistemica della circolazione sanguigna, della respirazione ed in generale dell’organismo in risposta ad una minaccia o un pericolo imminente.
È importante sottolineare che questa reazione psicofisica non dipendente dalla volontà cosciente.
L’organismo che percepisce il pericolo attiva meccanismi psichici di attacco/fuga e legati alla gestione di un pericolo imminente.
Gli esseri umani appartengono alla categoria dei primati e sono quindi animali mammiferi che esprimono comportamenti di adattamento su base evolutiva.
Nel giro di pochi millenni di evoluzione, la reazione psichica dell’uomo al pericolo, che una volta poteva essere legata alla sopravvivenza stessa della persona, oggi si è trasformata nella reazione al pericolo di un individuo moderno, il quale non deve combattere o fuggire, ma piuttosto deve controllare le reazioni psichiche interne e del corpo che possono manifestarsi in contesti sociali o in situazioni particolari di stress.
l’impostazione mentale dell’essere umano in termini di sopravvivenza è però la stessa delle epoche preistoriche.
La mente opera un lavoro quindi di generale contenimento dei sentimenti forti come la paura e di solito tende a reprimere le reazioni impulsive e gli stati emotivi interni soprattutto nelle situazioni pubbliche.
La paura genera come detto una attivazione di tutto l’organismo ed è un meccanismo fisiologico e normale negli esseri umani.
Nel disturbo da attacchi di panico qualcosa sfugge dal controllo della mente e si verifica una grave reazione del corpo alla paura.
La reazione da panico in alcuni casi può sembrare fuori luogo o esagerata nell’espressione clinica ma bisogna capire che riflette nel profondo la necessità di sopravvivenza di un individuo ed è un meccanismo dell’evoluzione della mente umana.
I sintomi del disturbo da attacchi di panico
Quando si sviluppa il vero e proprio disturbo da attacchi di panico (DAP), i sintomi che esprimono la paura sono vissuti in modo esasperato e sono molto gravi, duraturi e ripetitivi nel tempo.
Il disturbo prevede il verificarsi ciclico ed a varie frequenze di episodi di attacco di panico nel tempo.
Un evento da attacco di panico può durare da pochi minuti a crisi che si protraggono per ore.
L’attacco di panico consiste quindi in una reazione psicofisica acuta legata alla paura che possa verificarsi qualcosa di distruttivo per l’organismo.
Durante lo svolgersi dell’episodio da panico, nella mente è spesso presente la paura di morire o di impazzire.
L’organismo risponde con una attivazione del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico (SNP) che si esprime con aumento della contrazione e della frequenza cardiaca (palpitazioni, tachicardia), aumento della frequenza respiratoria (tachipnea) ed effetti neurovegetativi (sudorazione, secrezioni ghiandolari).
La reazione è così intensa e duratura che può giungere a vari gradi di dissociazione mente corpo (derealizzazione e depersonalizzazione) fino alla perdita della coscienza (svenimento).
L’attacco di panico per l’intensità dei sintomi può essere facilmente scambiato per un evento cardiovascolare acuto (infarto).
Per descriverne la gravità, bisogna quindi pensare che spesso l’attacco di panico finisce per essere trattato nei pronto soccorso pubblici e che necessita di una diagnosi differenziale con i disturbi cardiovascolari acuti perché può presentare sintomi sovrapponibili clinicamente ad essi, come il dolore retrosternale acuto ed il senso di soffocamento, asfissia.
Il DAP può essere più o meno grave in base alla frequenza ed all’intensità dei sintomi.
Il disturbo normalmente va incontro a periodi asintomatici e di benessere psichico alternati a periodi in cui i sintomi sono manifesti con frequenza.
La diversità clinica riflette la variabilità individuale e le cure quando e se vengono adottate dal paziente.
Il panico normalmente è scatenato da una causa cosciente ma esistono situazioni in cui non è facilmente distinguibile una causa o focus specifico.
I fattori scatenanti l’episodio di attacco di panico sono di solito individuali anche se comunemente l’esposizione a situazioni che in generale aumentano i livelli di allerta possono essere coinvolte nell’induzione di una crisi.
A proposito di ciò, si considerano ad esempio situazioni in spazi aperti con affollamento e quindi presenza di molte persone (agorafobia), o in spazi chiusi con limiti di spazio e di movimento (claustrofobia).
Possono anche essere presenti paure o fobie specifiche legate all’esperienza dell’attacco di panico.
Alcune volte il panico è invece scatenato dalla paura di poter rivivere momenti traumatici della propria vita come, ad esempio, nel disturbo post traumatico da stress (PTSD).
Terapie del disturbo da attacchi di panico
Il disturbo da attacchi di panico (DAP) è un disturbo generalmente curabile e può incontro a remissione clinica.
Tra le possibilità terapeutiche si devono considerare principalmente l’approccio farmacologico e la psicoterapia.
I trattamenti farmacologici sono indirizzati all’utilizzo di antidepressivi attivi su base serotoninergica (SSRI), antidepressivi triciclici e talvolta prevedono l’utilizzo di bassi dosaggi di farmaci antipsicotici.
I risultati clinici legati all’assunzione della terapia farmacologica specifica sono buoni e indicano l’utilizzo di questi farmaci nel paziente con DAP.
L’altro importante mezzo di cura in questo disturbo è la psicoterapia.
Il soggetto con disturbo da attacchi di panico dovrebbe conoscere la ragione delle proprie crisi quando essa sia possibile.
L’individuazione della causa determinante l’attacco di panico può aiutare il soggetto a ridimensionare la sintomatologia ed a migliorare il disturbo.