Disturbo acuto da stress (ASD) e disturbo post traumatico da stress (PTSD) quando il trauma determina una malattia

Il trauma e la reazione da stress

Il trauma psichico e le situazioni traumatiche che si vivono nella vita generano reazioni e processi di adattamento della mente e del corpo.

La sensazione che la coscienza vive nel momento traumatico è simile a quella del finire improvviso della propria esistenza. Il panico si mescola ad una profonda angoscia di morte nello strenuo tentativo di poter sopravvivere.

La mente reagisce drasticamente al trauma con l’attivazione di complessi meccanismi automatici salva vita che comportano reazioni acute del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, l’attivazione di circuiti neurofisiologici legati allo stress come l’attivazione del sistema cardiorespiratorio, digestivo, ghiandolare e del sistema muscolo scheletrico.

La reazione da stress provocata da un trauma intenso è come detto vicina alla sensazione di poter morire e sono presenti sentimenti di intensa paura e reazioni psicofisiche estreme che arrivano alla perdita dei sensi (sincope) o allo svolgersi di avvenimenti psichici acuti come la dissociazione traumatica mente corpo.

Il trauma, quindi, genera intense reazioni da stress che come detto coinvolgono sia la mente che il corpo.

Lo shock psichico di intensità grave o la frequente ripetizione del trauma, possono determinare una sindrome da stress acuto (ASD) la quale in seguito può evolvere o meno in una sindrome post traumatica da stress (PTSD).

Il metabolismo del trauma avviene a livello intrapsichico ed a seconda dell’intensità e della qualità delle risposte individuali può variare notevolmente nello sviluppo di conseguenze a lungo termine o di disagio psichico.

Il trauma acuto inizialmente provoca una serie di conseguenze adattative indirizzate al senso del mantenimento della propria esistenza.

Pian piano il trauma viene metabolizzato e la mente si adatta ad una dimensione post traumatica.

Questo adattamento a volte può essere frammentario e non completo.
In queste situazioni il trauma subito o la ripetizione di vissuti traumatici nel tempo possono generare problematiche irrisolte a livello intrapsichico.

La dissociazione psichica

La psiche deve adattarsi all’improvviso ad una condizione in cui è messa in dubbio la vita stessa. La reazione di fuga è la manifestazione più comune davanti ad un pericolo di questa portata. Quando la fuga non è possibile e la morte appare imminente, la mente può reagire con un meccanismo psichico chiamato dissociazione e ciò avviene nel tentativo di ridurre il più possibile la sofferenza dell’evento vissuto.

Davanti al trauma irrimediabile, la mente prova quindi a fuggire nel tentativo incosciente di non percepire la sofferenza.

La dissociazione come detto è un meccanismo mentale comune nella gestione intrapsichica del trauma.

La dissociazione può, ad esempio, separare la percezione della sofferenza fisica dallo stato di coscienza di un individuo.

La dissociazione può separare l’intera sfera emotiva di una persona dalla coscienza (dissociazione dei sentimenti).

Esistono diversi gradi di espressione clinica dei sintomi dissociativi che variano dalla lieve e parziale dissociazione mente corpo (depersonalizzazione, derealizzazione), fino a gradi di dissociazione completa (stati stuporosi) e reazioni da perdita dello stato di coscienza (sincope).

Il sistema mente/corpo reagisce all’intensità del trauma attivando circuiti nervosi neurovegetativi (aumento frequenza e pressione cardiaca, aumento deli atti respiratori, vasocostrizione periferica, etc).

Il dislivello pressorio del sangue durante l’attivazione neurovegetativa può giungere a generare reazioni da sincope e rilascio sfinteriale.

La mente tenta spesso di dissociarsi davanti al trauma e ciò può riflettere una certa tendenza alla separazione dello stato di coscienza dalla percezione stessa del dolore, che esso sia fisico o psichico.

La mente prova ad allontanare il dolore e per tale motivo come detto tenta di dissociare la percezione del corpo e delle emozioni negative dal corso del pensiero fino a giungere a separare il pensiero stesso dalla coscienza dell’individuo.

La memoria del trauma

A livello intrapsichico il vivere l’esperienza del trauma genera una memoria a lungo termine dell’evento.

L’esperienza negativa può rimanere scolpita a livello cosciente e nel profondo dell’inconscio.

Per quanto la mente possa tentare di rimuovere o allontanare il ricordo della sofferenza, il trauma può emergere nei pensieri lucidi e nei sogni.

La paura suscitata dalla memoria a lungo termine dell’evento traumatico può ripresentarsi in momenti inaspettati e la reazione psicofisica da stress può riproporsi anche in assenza di un pericolo imminente.

Il tentativo di rimozione del trauma

La mente umana, in molti casi, tenta di superare i vissuti negativi attraverso la dimenticanza, l’oblio.

In termini di funzionamento psichico, questa proprietà viene definita rimozione.
Corrisponde ad un meccanismo di difesa della mente e secondo la teoria psicoanalitica, sta alla base del funzionamento psichico di ognuno ed è il meccanismo di base con cui la mente seleziona le memorie degli eventi vissuti in base alla loro importanza e risonanza affettiva.

Il trauma, come detto, genera di solito memorie a lungo termine ma in alcuni casi, il vissuto è talmente grave che la mente cerca disperatamente di rimuovere la memoria della sofferenza o parte di essa dalla coscienza.

Il rimosso intrapsichico traumatico, inconscio ed inconsapevole, può emergere attraverso un lavoro di psicoterapia.

Una memoria apparentemente rimossa del tutto potrebbe quindi riapparire almeno in parte nella coscienza.

Nella memoria che viene rimossa può perdersi la natura multifattoriale di un ricordo e può rimanere prevalentemente la sensazione stessa che il ricordo ha provocato.

Una memoria non essenziale può essere cancellata dalla mente, ma il trauma normalmente rimane e genera comunque una memoria a lungo termine per quanto parziale dell’evento.

Nonostante i tentativi della mente di rifuggire nella dimenticanza e nella dissociazione dei sentimenti dagli eventi traumatici, essa non riesce a cancellare del tutto la memoria degli eventi stessi e talvolta è portata a coscienza soltanto una parte dei contenuti profondi che rimangono silenziosi a livello intrapsichico.

Quando il trauma non viene metabolizzato tende quindi a rimanere nella mente come qualcosa di irrisolto.

Nei disturbi da stress la memoria del trauma si ripropone a livello cosciente e nei sogni in forma di pensieri intrusivi ed incontrollabili che possono generare reazioni ansiose.
La nomenclatura dei disturbi da stress fa riferimento alle classificazioni internazionali attuali (DSM-5) ed oggi si definiscono due condizioni:
il disturbo acuto da stress (ASD) ed il disturbo post traumatico da stress (PTSD).

Il disturbo acuto da stress (ASD)

Il disturbo acuto da stress (ADS) è una condizione di profondo malessere psichico che si evolve per settimane o mesi, normalmente associato all’aver recentemente vissuto un evento traumatico grave o la ripetizione di multipli eventi di natura traumatica nel tempo.

La sindrome da stress acuto è caratterizzata da alterazioni ed instabilità del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia, aumento dei livelli d’ansia e nervosismo.

I sintomi sono associati al ripetersi nella mente dell’esperienza psichica del trauma recentemente vissuto.

In questo disturbo la memoria del trauma si ripropone nella veglia in forma di pensieri intrusivi, invadenti e ripetitivi che generano malessere e possono associarsi a stati di angoscia profonda ed ansia intensa.

Durante il sonno, le memorie associate al trauma possono emergere in forma di veri e propri incubi in cui il trauma stesso può essere rivissuto.

Nei soggetti affetti da ASD Il sonno è classicamente disturbato ed è caratterizzato da frequenti risvegli in stati di agitazione psichica.

Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

Quando i sintomi persistono per un periodo maggiore di sei mesi, il disturbo acuto da stress (ASD) può evolvere e cronicizzare nel disturbo post traumatico da stress (PTSD).

Il PTSD è definito una condizione mentale cronica nella quale l’individuo rivive nella vita cosciente di ogni giorno (flashback) oppure durante i sogni (incubi), le gravi esperienze traumatiche precedentemente vissute.

Il PTSD è riconducibile al trauma di aver vissuto l’esperienza di eventi clamorosi e catastrofici in cui la propria vita è in grave pericolo.

L’esperienza di vivere eventi naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche o eventi gravi come le guerre e i bombardamenti, il subire violenze fisiche e sessuali ed in generale tutte quelle gravi situazioni in cui è messa in dubbio la propria sopravvivenza espongono l’essere umano allo sviluppo di problematiche di adattamento al trauma.
Il meccanismo psichico che porta a ricordare il trauma diventa predominante nell’attività mentale di ogni giorno a livello cosciente attraverso i flashback (ricordi lucidi e intrusivi del trauma).

L’esperienza traumatica è inoltre classicamente rivissuta nei sogni in forma di incubi.
Il disturbo del sonno correlato al PTSD è spesso conseguente alla pregnanza della memoria traumatica e va trattato quando possibile per ridurre gli effetti a lungo termine.

Terapie dei disturbi da stress

Psicoterapia

La psicoterapia risulta fondamentale nella cura dei disturbi da stress anche in assenza di terapia farmacologica.

La psicoterapia su base psicodinamica è ad oggi la più applicata nei disturbi da stress e sul trauma in generale.

Esistono psicoterapie che vertono maggiormente su un approccio cognitivo di rielaborazione del trauma psichico.

Sono presenti anche pratiche terapeutiche prevedono l’utilizzo di strumenti diversi dal colloquio o vengono associati al suo svolgimento. Un esempio di queste è la terapia EMDR (eye movement desensitization and reprocessing).

Vengono utilizzati i meccanismi di sincronizzazione interemisferica attraverso la convergenza visiva verso un focus che è mobile e deciso dal terapeuta.

Nello svolgersi di questa pratica il paziente è portato a ricordare il trauma nel tentativo di rielaborarlo.

Questa complessa terapia è risultata migliorare clinicamente i disturbi da stress ed è indicata come trattamento specifico.

In generale comprendere le dinamiche interne dei vissuti traumatici è una chiave di lavoro psicologico.

La psicoterapia è indicata nei disturbi da stress e risulta fondamentale nella loro risoluzione.

Farmacoterapia

I disturbi da stress beneficiano di terapie farmacologiche che generano aumento dei livelli della serotonina (5HT) a livello del sistema nervoso centrale.

I farmaci indicati normalmente appartengono alla categoria degli antidepressivi SSRI.

In generale la terapia con farmaci antidepressivi è indicata in queste situazioni.

La cura della patologia dell’umore e dell’ansia correlate contribuisce al miglioramento dei disturbi da stress.

L’insonnia se presente va trattata perché a lungo andare può generare problemi cognitivi ed instabilità del tono dell’umore.

È preferibile evitare le classiche terapie ansiolitiche a base di farmaci benzodiazepinici (BDZ) se non per la cura dell’episodio di ansia generalizzata acuta o dell’attacco di panico.

Nel lungo termine la cura con BDZ può peggiorare i sintomi dissociativi.


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