Lo stress lavorativo cronico, il burn out

Quando si parla di burn out si fa riferimento ad una sindrome da stress correlata al lavoro.

Questa condizione non è attualmente categorizzata dal manuale diagnostico delle malattie mentali (DSM-5) e neanche dalle classificazioni internazionali dell’OMS (ICD-10).

Tuttavia, sono presenti dati di letteratura scientifica già a partire dalla fine degli anni ’70.

Allo stato attuale non può essere propriamente diagnosticata come entità patologia a sé stante e per indirizzare le cure si fa piuttosto ricorso alle diagnosi dei disturbi ansioso depressivi e dei disturbi da stress.

Il burn out è considerato ad oggi un fattore di rischio professionale più che una patologia vera e propria.

Il malessere psichico determinato dal burn out è direttamente riferibile allo stress lavorativo cronico. Una forma di esaurimento nervoso legato al lavoro.

Se si vuole interpretare come una sindrome, cioè come un insieme di sintomi caratteristici,

il burn out corrisponde ad un esaurimento psicofisico in cui il soggetto sviluppa tensione cronica, nervosismo, instabilità del tono dell’umore, alterazioni del ritmo sonno veglia, accompagnati spesso da alterazioni del comportamento.

Un soggetto che sviluppa la condizione del burn out appare spesso cambiato rispetto alle sue consuetudini. Alcuni lati del carattere possono essere esasperati proprio a causa della costante tensione psichica. Il soggetto può esprimere atteggiamenti borderline che variano da crisi di angoscia profonda fino a esplosioni comportamentali aggressive.

L’ansia è normalmente associata ai sintomi del burn out.

Di solito è presente come stato di forte tensione interna ma può esprimersi anche sotto forma di crisi di ansia generalizzata ed attacchi di panico.

L’esaurimento nervoso del burn out è così caratterizzato da un insieme di stati mentali in cui il soggetto appare generalmente instabile dal punto di vista psichico e comportamentale.

I sintomi, come descritto, si avvicinano a quelli di altre condizioni come i disturbi da stress, i disturbi d’ansia, la depressione maggiore e la personalità borderline.

Alcune categorie di lavoratori sono classicamente associate ad un maggior rischio di sviluppare la sindrome del burn out.

In generale il personale sanitario risulta spesso drammaticamente esposto

ad abnormi carichi di lavoro e di grande responsabilità che necessitano di alti livelli di performance individuale.

Fattori che possono predisporre allo sviluppo del burn out.

Cambiamenti nel comportamento di un soggetto in burn out

L’esaurimento psicofisico legato al burn out genera sovente cambiamenti del comportamento.

Possono verificarsi situazioni in cui persone normalmente responsabili e disponibili ad aiutare gli altri, cambino il loro normale modo di agire.

Individui di solito motivati e che si identificano con il proprio lavoro, possono cedere a comportamenti improntati al cinismo ed al distacco emotivo dalle circostanze.

Possono emergere maggiormente pulsioni aggressive di difficile gestione quotidiana.

I rapporti umani nel contesto lavorativo di solito risentono di questi cambiamenti.

L’alternarsi di stati d’animo poco controllati fa si che si possano manifestare momenti di estrema frustrazione, di angoscia e d’altro canto di ira.

La cronica mancanza di sonno e di riposo può generare una riduzione della prontezza e della lucidità.

In persone che sentono molto la responsabilità del loro lavoro, la stanchezza cronica genera alti livelli di frustrazione ed aumento dell’ansia.

Spesso le paure ed i pensieri nevrotici emergono nella psiche con maggiore intensità.

Il comportamento espresso dal soggetto in burn out è pertanto maggiormente instabile e può manifestare tendenze ad estremizzare le emozioni attraverso crolli emotivi associati ad intensi stati d’animo negativi e d’altro lato attraverso episodi di ira manifesta, distacco emotivo e cinismo.

Il burn out può esprimersi a livello clinico diversamente in base al tipo di personalità del soggetto o al tipo di impostazione mentale in ambito lavorativo.

L’esaurimento nervoso del burn out genera di norma evidenti cambiamenti nel comportamento individuale.

Dal punto di vista psicologico, il burn out è associato all’utilizzo di meccanismi di difesa psichici regressivi piuttosto che all’utilizzo di meccanismi di difesa maturi.

L’io ha una forte difficoltà a gestire le pulsioni interne durante un esaurimento psicofisico.

I meccanismi di difesa maturi sono quelli di norma utilizzati nel soggetto adulto negli stati di lucidità mentale e di normale vigilanza.

Nell’esaurimento nervoso che sostiene il burn out, la psiche ricorre all’utilizzo di meccanismi di difesa primitivi come la rimozione, il diniego, la negazione, la proiezione e la dissociazione.

Elementi di immaturità psichica possono modificare in tal modo il comportamento ordinario di un individuo.

Uno sguardo alle cause del burn out

Cause direttamente legate all’esaurimento psicofisico

L’individuo normalmente attinge a tutte le proprie capacità mentali per assolvere ai compiti richiesti durante l’attività lavorativa.

Per comprendere come si sviluppa il burn out, possiamo pensare al verificarsi di un corto circuito che destabilizza il consueto equilibrio psichico di una persona.

L’esaurimento delle risorse di un individuo è alla base dello sviluppo di questa problematica.

La tipologia di lavoro usurante, il sovraccarico in termini di ore di lavoro compiuto, la mancanza di sonno riposante e la contemporanea presenza di alti livelli di stress e di responsabilità sono tra le cause dello sviluppo del burn out.

Possono essere presenti cambiamenti nei bioritmi quotidiani e maggiore espressione di stati di ansia generalizzati.

Le alterazioni croniche del ritmo sonno veglia sono parte del quadro del burn out e generano a lungo andare problematiche nel mantenimento costante della vigilanza, della lucidità, delle funzioni cognitive, delle funzioni mnesiche ed in particolare della memoria a breve termine.

La cronica mancanza di sonno riposante provoca costante stanchezza durante la veglia.

Le funzioni cognitive come l’attenzione e la concentrazione possono essere alterate.

Le alterazioni del ritmo sonno veglia si associano pertanto a tutta una serie di conseguenze dal punto di vista cognitivo.

La contemporanea presenza di alti livelli di stress lavorativo contribuisce a peggiorare il quadro.

Cause psichiche del burn out, il gruppo di lavoro patologico

Un discorso a parte andrebbe fatto per quelle che possono essere le cause psichiche del burn out.

Negli ambienti di lavoro si creano dinamiche relazionali che risultano fondamentali nella vita di un individuo.

Se le relazioni sociali al lavoro sono caratterizzate da continuo contrasto interpersonale, si possono generare situazioni di cronico malessere individuale.

Alti livelli di aggressività nel gruppo di lavoro possono produrre costante nervosismo e sfociare in dinamiche di contrasto tra elementi del gruppo stesso.

Negli ambienti di lavoro sono di solito presenti gerarchie legate al ruolo ed alla anzianità delle persone.

Talvolta dinamiche relazionali di potere e di controllo tra figure diverse all’interno di un gruppo di lavoro, generano situazioni di sudditanza psichica.

Il soggetto che va in contro a burn out può essere sottoposto a questo tipo di pressioni psicologiche continuative e legate allo svolgersi di dinamiche di potere che vanno dalla vessazione al vero e proprio abuso.

Alcune dinamiche distorte possono facilmente mescolarsi.

La sudditanza di un individuo al suo superiore o al suo datore di lavoro può associarsi all’abuso di potere che questi può esercitare.

Mobbing e ricatto sessuale possono essere considerati in tal senso fattori di rischio per lo sviluppo del burn out.

Lo stato di necessità e la paura di poter perdere il lavoro, sovente permettono ad alcune persone di tollerare persecuzioni, vessazioni, financo a violenza vera e propria e ripetuta nel tempo.

Il verificarsi di queste situazioni può degenerare nell’esaurimento da stress.

Un gruppo di lavoro non sempre mostra maturità d’insieme e non sempre funziona su dinamiche di aiuto reciproco tra le persone.

Tendenzialmente nei gruppi possono emergere dinamiche comportamentali che non hanno sempre un senso costruttivo ma al contrario distruttivo.

Bion (in Esperienze nei gruppi) prova a definire le dinamiche generali del comportamento umano all’interno dei gruppi.

Egli ipotizza che possano emergere modalità psichiche di dipendenza, di attacco/fuga e di accoppiamento e che, sulla base di questi meccanismi, si creino gruppi di lavoro sani e gruppi di lavoro patologico.

Nel gruppo di lavoro patologico si possono mescolare dinamiche umane contraddittorie e talvolta perverse.

Non emerge di solito un obbiettivo comune del gruppo se non in apparenza e può non essere presente aiuto reciproco tra le persone.

Possono venire espressi comportamenti discriminanti, collegati all’esclusione o alla svalutazione di qualche elemento del gruppo.

Talvolta le competenze, la professionalità, il ruolo o la posizione non vengono riconosciuti dagli altri.

Il gruppo di lavoro patologico può individuare uno o più nemici all’interno o all’esterno del gruppo.

La creazione del capro espiatorio è un meccanismo psichico che si verifica frequentemente nei gruppi.

Il nemico viene individuato in una figura alla quale viene addossata la responsabilità del malessere del gruppo.

Il capro espiatorio è spesso sottoposto a meccanismi diffamatori e svalutanti la sua persona.

Il carico emotivo, legato in generale al subire una costante pressione psicologica, può portare un individuo a sviluppare un crollo nervoso legato al proprio lavoro.

Burn out del caregiver

Gli studi scientifici sulla problematica del burn out nascono da osservazioni fatte sul personale sanitario della salute mentale.

Medici, infermieri e personale di assistenza sanitaria sono categorie fortemente sottoposte allo stress lavoro correlato.

In generale caregiver per anziani, persone disabili o con problematiche psichiche sono sottoposti a forti carichi emotivi nel tempo.

L’esaurimento psicofisico del caregiver può essere legato sia al sovraccarico di ore di lavoro assistenziale sia al carico emotivo.

In tal senso un familiare di un soggetto malato che necessita di assistenza costante potrebbe sviluppare il burn out.

Approcci terapeutici nella sindrome da burn out

Non sono definite linee guida nella cura di questa sindrome.

Al momento attuale si fa riferimento ad approcci terapeutici indirizzati alla cura dei sintomi.

Vengono utilizzati antidepressivi nella cura dei sintomi ansioso depressivi e da stress (SSRI).

Gli ansiolitici benzodiazepinici (BDZ) sono indicati nella cura degli episodi di ansia e nelle alterazioni del ritmo sonno veglia associati al disturbo.

La fonte di stress alla base del burn out andrebbe allontanata almeno in via temporanea per alleviare la tensione psichica generata in queste situazioni.

In generale le dinamiche lavorative che possono generare malessere individuale andrebbero modificate.

Il supporto psicoterapeutico è raccomandabile soprattutto quando sono presenti importanti contenuti psichici legati al malessere del burn out.

La psicoterapia può aiutare l’individuo a sviluppare meccanismi alternativi di gestione delle relazioni e dei propri stati d’animo e può aiutare a prendere consapevolezza del proprio disturbo ed a migliorare le dinamiche di convivenza all’interno di un gruppo.


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